L'ITS BACT alla presentazione delle Giornate dell'Emigrazione il 3 Maggio a Roma

 
La Fondazione ITS BACT è intervenuta alla presentazione delle Giornate dell'Emigrazione XVI edizione 2023 promosse dall’Asmef, in programma il 3 Maggio 2023 a Roma presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari. Le Giornate dell’Emigrazione, che godono del patrocinio del Ministero degli Esteri a cui si affianca da quest’anno quello della Cultura, da 16 anni offrono un racconto degli Italians, gli Italici, gli Italiani nel mondo. Un racconto non nostalgico, ma nel segno del networking internazionale di una comunità a cui il mondo riconosce la leadership di influencer culturale.
 
Tanti gli ospiti che sono intervenuti, tra cui Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, Luigi Maria Vignali, Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Giovanni Maria De Vita, Consigliere del MAECI e responsabile del progetto Turismo delle Radici, e Aniello Di Vuolo, Presidente ITS BACT. Qui il programma.
 

Museo dell'Emigrazione in Campania, il supporto dell'ITS BACT

Il dibattito è iniziato con la Tavola Rotonda con il tema "La valigia di cartone non si vede più. Quale il simbolo degli Emigrati poveri di oggi?". A seguire interventi tematici dedicati ai seguenti temi: "Eccellenza e Sostenibilità: il modello impresa italiana nel mondo"; "L'Esperienza dei Borghi per il Turismo delle Radici"; "La Canzone italiana nel mondo"; "Il significato dei Musei dell'Emigrazione".
 
L'ITS BACT sarà protagonista in Campania del Turismo delle Radici e del Museo dell'Emigrazione. Conosciuto anche come Turismo delle Origini, il Turismo delle Radici è una forma di Turismo che coinvolge tutte quelle persone che tornano verso il Paese di origine della propria famiglia, per riavvicinarsi alle radici della propria storia familiare e culturale. In Italia è un fenomeno in aumento, e coinvolge tra i 60 e gli 80 milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Chi torna verso il proprio Paese di origine lo fa spinto da un grande interesse culturale e storico, e dal desiderio di riappropriarsi delle tradizioni del territori con cui si ha un legame, diventando quasi un ambasciatore nel mondo. E lo fa cercando luoghi, la lingua, la cucina tradizionale, le persone. 
 
Puntare sul Turismo delle Radici consente di potenziare la rete dei Musei dell'emigrazione italiana, favorendo la sistematizzazione delle attività dedicate all'approfondimento della storia locale, della lingua e della cultura italiana. Seppur in ritardo, anche la Campania intende promuovere la nascita di un Museo della migrazione campana nel mondo, favorendo l'accesso e la fruibilità alla collettività del fenomeno migratorio.
 
L'ITS BACT, come sempre, si pone in prima linea e si propone a sostegno dell'iniziativa, contribuendo a integrare l'offerta formativa turistica della Campania formando Tecnici Superiori in grado di gestire, tra i luoghi culturali, anche il Museo della migrazione, valorizzando gli elementi territoriali che contraddistinguono il Turismo delle Radici made in Campania (es. la lingua dialettale, l'artigianato locale, le tradizione culinaria, la cultura, la storia, la memoria, i racconti) rispondendo alle sfide del digitale e dell'ecosostenibilità.
 

All'incontro di Roma è intervenuto, per la Fondazione ITS BACT, il presidente Aniello Di Vuolo, critico ma anche propositivo su come Napoli, seppur in ritardo, deve mettersi al centro del Turismo delle Radici e diventare capace di coinvolgere le comunità campana all'estero, promuovendo un'offerta turistica appropriata, creando un museo dedicato all'emigrazione campana per sistematizzare le attività dedicate all'approfondimento della storia locale, della lingua e della cultura campana, creando itinerari standard a cui abbinare esperienze personalizzate, ed esperienze di working holidays in Campania per i campani all'estero.

"Napoli sconta un ritardo - afferma Di Vuolo - e mi spiace doverlo dire. Come tutto il Sud siamo sempre in ritardo. E siamo tra gli ultimi a parlare di un Museo dell'Emigrazione. Eppure Napoli è la capitale dell'Emigrazione. E non è un'enfasi, ma un dato reale. La legge del 1901 sull'emigrazione rese Napoli, insieme a Genova e Palermo, l'unico porto italiano per l'imbarco degli emigrati. Il nostro Porto ha visto imbarcare gli italiani diretti all'estero più di tutti. Circa 18 milioni gli imbarchi".

"Un museo - ha proseguito il Presidente - non è un cimitero delle cose vecchie. Il Museo è una preziosa occasione per dare slancio ai giovani. Oggi Napoli  e l'Italia vivono l'immigrazione come un problema. Ma non dobbiamo dimenticare che noi siamo stati un popolo di emigrati, immigrati per gli altri. Erano epoche diverse, ma il motivo per cui ci spostavamo era sempre lo stesso.  Scappare dalla fame, e questo è uguale ancora oggi. I nostri concittadini sono andati all'estero per un intero secolo, a partire dagli anni 70' del 1800. Cento anni di emigrazione non sono pochi. Ma abbiamo lasciato il segno. In America, ad esempio, c'è ancora molto entusiasmo e spirito di inclusione verso i napoletani, e gli italiani, che si sono rimboccati le maniche e sono diventati casi di eccellenza".

"In Campania - ha concluso Di Vuolo - sono stato chiamato per far parte della Regia di Cabia per il Turismo di Ritorno. Ho lanciato un'idea ispirato da un episodio del 2015, quando mi trovavo a Parigi in un convegno sulla Dieta Mediterranea. Un alto ufficiale dell'Unesco mi chiese se c'era una scuola di napoletano. Il napoletano non è un dialetto, è una vera e propria lingua. E dovrebbe essere oggetto di studio. In Italia come all'estero. Lavoreremo per fare questo".