In una inchiesta sul Sole 24 Ore di Lunedì 24 Giugno, che riguarda l’offerta di istruzione post-diploma, si nota come il MIUR continui il suo lavoro allo scopo di poter dare una svolta all’istruzione italiana per soddisfare al meglio le richieste del mercato del lavoro, in un periodo in cui trovare un’occupazione nel Belpaese diventa sempre più un’impresa.

L’Università cerca di ripartire. Gli Atenei stanno puntando sulla trasversalità e sull’interdisciplinarietà, negli ultimi tempi sta aumentando l’iscrizione alle laure interclasse, ai cosiddetti double o joint degree e ai corsi di laurea in inglese. Per laure interclasse si intende quei corsi di studio che fondono due diverse classi di laurea, a volte vicine, a volte lontane. Attualmente sono 179 i corsi di questo tipo registrati dall’Anvur, in ambiti innovativi come Ingegneria Biomedica, Scienze della Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale per le Organizzazioni. Tuttavia, al momento in Italia non è consentito frequentare due Facoltà universitarie contemporaneamente mentre negli altri paesi europei la contemporanea iscrizione non solo è consentita ma anche incentivata. Si punta anche sui corsi inter-ateneo, in cui due o più università si mettono insieme per contaminare e adeguare ai tempi le single lauree. Negli ultimi otto anni è aumentata la richiesta di corsi di Laurea la cui didattica è esclusivamente in lingua inglese, dei joint degree, ovvero, un unico diploma di laurea, firmato da entrambi gli atenei, e di double degree quando allo studente vengono rilasciate due certificazioni. L’Università italiana con maggiore numero di doppi corsi, attualmente, è la Sapienza di Roma, con circa 60 proposte.

In questo panorama, gli ITS – Istituti Tecnici Superiori, si stanno rivelando sempre più un’ottima alternativa all’università. Sono l’unico canale formativo terziario professionalizzante non accademico. Considerando che esistono soltanto da un decennio, le fondazioni che li gestiscono hanno raggiunto il numero di 100 e gli studenti iscritti sono circa 13.000. Il MIUR ha calcolato che circa l’80% dei diplomati riesce a trovare un impiego a circa 12 mesi dalla certificazione. Gli ITS garantiscono un percorso in aula e sul campo, sulle nuove tecnologie nei settori considerati prioritari per lo sviluppo economico del paese, dalla meccanica alla moda, dall’efficienza energetica al turismo. L’accesso avviene tramite una selezione che richiede una buona conoscenza dell’informatica e della lingua inglese. Sono previste lezioni in aula, in genere di tipo pratico, con docenti provenienti dal mondo del lavoro e un periodo di stage con le aziende partner che raccoglie il 40% delle ore. Gli ITS, in genere, sono frequentati da ragazzi con diploma tecnico, ma stanno aumentando partecipazioni anche di liceali e laureati.

Al momento, gli ITS restano un canale parallelo ai percorsi accademici triennali professionalizzanti legati agli ordini professionali. Il MIUR ha più volte annunciato un raccordo tra its e lauree professionalizzanti, per dare maggiori e più ricche opportunità per i ragazzi.